Investiamo un terzo della nostra esistenza nel dormire

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Investiamo un terzo della nostra esistenza nel dormire

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Dormire è una funzione naturale e biologica di base ed è quindi una condizione essenziale e necessaria per l’essere umano e per la qualità della sua vita.

Dormire è importante tanto quanto mangiare e bere. Attraverso il sonno, infatti, l’individuo si riposa, recupera le energie fisiche e mentali, utilizzate nel corso della giornata trascorsa e si prepara ad affrontare al meglio quella in arrivo.

Affinchè ciò avvenga, però, è importante che la persona dorma bene (aspetti qualitativi) ed un numero adeguato di ore (aspetti quantitativi). Circa questo ultimo punto, abbiamo l’abitudine di pensare che  sia corretto dormire otto ore al giorno. In realtà, la durata media del sonno è altamente soggettiva: non tutti hanno bisogno dello stesso quantitativo di sonno per stare bene.

Tuttavia, a ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, è capitato di trascorrere una o più notti senza riuscire a prendere sonno oppure di dormire poco o male.  Quando il riposo notturno non è adeguato, si fa fatica ad affrontare correttamente la giornata successiva,  sia da un punto di vista fisico che psicologico. Ci si sente stanchi, affaticati, nervosi, irritabili, in ansia, si diventa quasi incapaci di memorizzare, di concentrarsi o di prestare attenzione a qualsiasi cosa.

Perchè questo può capitare? Perchè non si dorme o si dorme senza riposare davvero?

Perchè il nostro sonno è legato a processi fisiologici e psicologici estremamente sensibili e delicati, che possono venire influenzati da numerosi fattori, quali, ad esempio, le caratteristiche dell’ambiente che ci circonda; le tensioni e le preoccupazioni per il giorno a seguire o per quello che si sta concludendo; la condizione emotiva; lo stile alimentare; l’assunzione di alcolici, caffeina, teina, bevande energizzanti, lo svolgimento di attività fisica troppo a ridosso del momento di addormentarsi; le abitudini e lo stila di vita errati.

Se le difficoltà legate alla quantità e/o alla qualità del sonno rappresentano un evento eccezionale ed occasionale, non occorre preoccuparsi più di tanto.

Se, viceversa, si hanno frequenti problematiche legate al sonno, con delle ripercussioni anche nei momenti di veglia, è necessario prestare attenzione a questa difficoltà, spesso sottovalutata, in quanto possono essere stabilmente compromessi il nostro andamento professionale e lavorativo, la qualità dei rapporti con le altre persone ed il nostro assetto psicologico.

I Disturbi del Sonno

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I Disturbi del Sonno sono particolarmente diffusi nella nostra società: i dati ci indicano che ne sia afflitto in forma cronica un italiano su dieci.  Possono colpire tutti e a qualsiasi età, anche se, con l’avanzare degli anni, in genere, la qualità e la quantità del sonno peggiorano. Possono essere la conseguenza secondaria di un’altra patologia medica o psicologica.

sintomi principali sono:

–                    la difficoltà a prendere sonno;

–                    la difficoltà a mantener in modo continuativo il sonno, sono quindi presenti frequenti risvegli durante la notte;

–                    la presenza di incubi o di terrori notturni;

–                    il risveglio mattutino precoce, molto tempo prima dell’orario fissato;

–                    la valutazione soggettiva di un sonno cronicamente non ristoratore.

I Disturbi del sonno rappresentano una categoria molto ampia di difficoltà. Possono quindi essere suddivisi in grandi categorie:

 

1- I Disturbi Primari del Sonno:

  • le dissonnie che rappresentano delle anomalie nella quantità, nella qualità o nel ritmo del sonno e, a loro volta, comprendono:

l’insonnia primaria

l’ipersonnia primaria (sonno compreso tra 8 e 12 ore, associato a sonnolenza diurna, frequenti addormentamenti e difficoltà al risveglio)

la narcolessia (attacchi improvvisi e non prevedibili di sonno ristoratore)

il disturbo del sonno correlato alla respirazione

il disturbo del ritmo circadiano.

 

  • le parassonnie nelle quali sono presenti comportamenti anomali o eventi fisiopatologici che si presentano durante il sonno o nei passaggi sonno-veglia. Comprendono:

il sonnambulismo

il disturbo da incubi

il disturbo da terrore nel sonno.

 

2- I Disturbi del Sonno correlati ad un altra patologia psicologica o psichiatrica

Nella pratica clinica, questa seconda categorizzazione è la più frequente. Alterazioni nella quantità e nella qualità del sonno sia nella forma di insonnia che di ipersonnia sono presenti sia nei Disturbi Depressivi (dove l’incidenza dei Disturbi del Sonno nei pazienti depressi varia tra il 50% ed il 90% ) sia nei Disturbi d’Ansia (ad esempio, circa l’80% dei pazienti con  un Disturbo d’Ansia Generalizzata soffre anche di insonnia).

 

3- I Disturbi del Sonno dovuti ad una condizione medica generale

Alcune condizioni mediche generali possono peggiorare il nostro dormire. Ad esempio, con l’arrivo della menopausa oppure chi è affetto da malattie cardiovascolari, polmonari, neurologiche, gastrointestinali, endocrine o muscoloscheletriche potrebbe soffrire anche di insonnia primaria.

 

4- I Disturbi del Sonno indotto dall’utilizzo di sostanze

L’uso sia saltuario che cronico di sostanze psicoattive ha come conseguenza anche lo sviluppo di importanti difficoltà legate al sonno.

 

Come si affrontano i disturbi del sonno per diventare un “buon dormitore”?

I disturbi cronici del sonno possono essere affrontati e risolti.

La terapia che propongo per questa tipologia di problemi è basata su un approccio cognitivo-comportamentale.  Essa è stata sviluppata nell’arco di molti anni e sulla base di importanti studi scientifici, condotti sia nell’ambito della medicina del sonno sia della medicina generale.

L’intervento è specifico e mirato, è rivolto alle persone che presentano un’insonnia di lunga durata e prevede un programma di trattamento che si articola in sei incontri a cadenza settimanale durante i quali si lavora su obiettivi differenti:

  • comprensione delle caratteristiche e delle funzioni del sonno in generale;
  • analisi dettagliata della natura e della gravità dei problemi specifici del sonno; valutazione delle ripercussioni negative sulla vita di tutti i giorni;
  • riflessione sulle condotte che favoriscono l’addormentamento e aumentano la qualità/quantità del sonno;
  • apprendimento delle tecniche individuali di rilassamento;
  • nuova programmazione del ritmo del sonno;
  • lavorare sui pensieri ricorrenti e sugli stati ansiosi che danneggiano la qualità o la quantità del sonno.
By | 2017-09-27T15:05:39+00:00 settembre 24th, 2017|I Disturbi del Sonno|0 Comments

About the Author:

Psicologo, Psicoterapeuta e Psicodiagnosta Forense, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Lombardia con n. 03/9933 ed abilitata all'esercizio dell'attività psicoterapeutica. Specializzata in Psicoterapia Cognitivo - Comportamentale presso la Scuola di Formazione quadriennale “Studi Cognitivi” di Milano. Terapeuta Schema Therapy in formazione.

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