Cos’è , quanto è diffusa e quando si sviluppa la fobia sociale
La fobia sociale è la paura eccessiva, angosciante ed invalidante delle situazioni sociali, dovuta al timore di ricevere dalle altre persone un giudizio negativo o un rifiuto.
Alcuni individui sono più preoccupati quando viene loro richiesta una prestazione, altri quando è necessaria una interazione sociale.
Le situazioni che vengono temute con maggiore frequenza sono:
– parlare in pubblico o dinnanzi ad una persona considerata autorevole;
– mangiare o bere in presenza di altri individui;
– andare ad una festa o in un locale affollato;
– fare la fila;
– parlare al telefono di fronte ad altri;
– scrivere o firmare davanti a qualcuno;
– utilizzare i bagni o i mezzi di trasporto pubblici.
La persona che presenta questo problema affronta situazioni che generano preoccupazione con grande ansia oppure le evita.
È una patologia diffusa in molte culture. Si stima che ne soffra tra l’1,5% ed il 4,5% della popolazione. È maggiormente presente (anche se di poco) nelle persone di sesso femminile. Generalmente inizia durante il periodo dell’adolescenza e tende ad avere un decorso cronico, ovvero senza guarigioni spontanee.
Differenza tra fobia sociale e normale timidezza
Molte persone hanno un carattere timido ed introverso. Questo tratto di personalità può essere presente in alcuni periodi dell’infanzia ed è piuttosto comune nella preadolescenza e nell’adolescenza. Nella maggior parte dei casi, però, questa caratteristica diminuisce con il tempo e, una volta diventati adulti, questi individui affrontano con una normale preoccupazione alcune situazioni sociali o alcuni avvenimenti nei quali viene loro richiesta una prestazione. Le persone timide ed introverse, che non soffrono di fobia sociale iniziano a preoccuparsi solo un momento prima delle situazioni temute. Inoltre, una volta che hanno dato avvio agli eventi fonte di preoccupazione, piano piano si tranquillizano e, infine, nelle occasioni successive simili si sentono un pò meno in agitazione. L’ansia non è quindi opprimente, sparisce durante o subito dopo la fine delle circostanze che l’hanno generata e non porta ad evitare determinate situazioni.
Il funzionamento è diverso per chi, invece, soffre di ansia sociale. Infatti, per chi è affetto da questo disturbo, l’ansia inizia molto prima dell’avvenimento che la genera, cresce mano a mano che la situazione si avvicina, diventa invalidante quando si è all’interno della situazione stessa e la volta successiva la persona sarà ancora più preoccupata.
Comorbilità con altri disturbi d’ansia
Molti pazienti che presentano questo disturbo soddisfano i criteri per più di un disturbo d’ansia, in quanto la comorbilità è comune nella fobia sociale. In molti casi sono presenti anche disturbi di personalità.
Terapia della fobia sociale – Obiettivi e metodi
La fobia sociale può essere superata.
La ricerca scientifica internazionale dimostra che, allo stato attuale, un programma di psicoterapia cognitivo-comportamentale è il più indicato. Esso dà buoni risultati e questi risultati possono essere non solo mantenuti a lungo, ma anche migliorati nel corso del tempo.
Attraverso un percorso terapeutico è possibile imparare a:
– comprenderne la natura dell’ansia in generale e nello specifico di quella sociale;
– gestire costruttivamente questa emozione;
– preoccuparsi meno di come si appare agli altri;
– dare meno importanza al giudizio delle altre persone
– modificare i modi disfunzionali di pensare;
– aumentare le interazioni sociali.
L’eliminazione totale dell’ansia nelle situazioni sociali non solo è improbabile (aspettativa non realistica), ma anche non necessaria.
Una terapia cognitivo-comportamentale per la fobia sociale si concentra principalmente su:
– l’apprendimento di tecniche corporee di gestione dell’ansia (tecniche di rilassamento);
– la modifica del modo di pensare disfunzionale;
– l’esposizione graduale alle situazioni temute (una fobia può essere superata solo affrontando le proprie paure);
– lo sviluppo di capacità assertive.
Per raggiungere dei buoni risultati sono necessari motivazione, tempo e fatica da parte del paziente.
Alla psicoterapia possono anche essera associati degli psicofarmaci. Essi sono certamente efficaci nell’aiutare gli individui con ansia sociale, ma non sono sempre necessari. Il trattamento farmacologico, comunque, dovrebbe sempre essere associato a quello psicoterapico, per garantire la massima efficacia e la stabilizzazione dei risultati nel tempo.